L’APPELLO PER L’EUROPA DI CONFINDUSTRIA E CGIL CISL UIL

Firmato dalle parti sociali, in vista delle elezioni europee di maggio, un documento unitario in quattro punti per un’Europa delle riforme, della solidarietà e della crescita economica sostenibile. Per imprese e sindacati, «l’Europa deve proseguire il processo di integrazione, deve andare avanti, completare l’Unione economica, accelerare la convergenza sui diritti e sulle tutele sociali, rafforzare la prospettiva dell’Unione politica»

«Perché un appello per l’Europa? Perché l’Unione europea ha garantito una pace duratura in tutto il nostro continente e ha unito i cittadini europei attorno ai valori fondamentali dei diritti umani, della democrazia, della libertà, della solidarietà e dell’uguaglianza». Sono le prime righe dell’appello per l’Europa lanciato da Confindustria e Cgil Cisl Uil. Un documento in quattro punti (Unire persone e luoghi, Dotarsi degli strumenti per competere nel nuovo contesto globale, Potenziare la rete di solidarietà sociale europea, Sviluppare il dialogo sociale e la contrattazione) attraverso il quale le parti sociali, per la prima volta, intervengono assieme sui temi europei. Esortano i cittadini di tutta Europa ad andare a votare alle elezioni europee dal 23 al 26 maggio (il 26 in Italia ndr). E lo fanno in nome di un’idea comune di futuro. E per «difendere la democrazia, i valori europei, la crescita economica sostenibile e la giustizia sociale». «L’Europa – si legge nel documento – deve proseguire il processo di integrazione, deve andare avanti, completare l’Unione economica, accelerare la convergenza sui diritti e sulle tutele sociali, rafforzare la prospettiva dell’Unione politica». Infatti, guai a pensare che le conquiste raggiunte siano sufficienti: «significherebbe non comprendere le preoccupazioni, le frustrazioni, il disagio e la sofferenza sociale dei tanti milioni di europei che non sono in grado di gestire autonomamente la complessità dei nostri tempi». «Quelli che intendono mettere in discussione il Progetto europeo – scrivono Confindustria e Cgil Cisl Uil – vogliono tornare all’isolamento degli Stati nazionali, alle barriere commerciali, ai dumping fiscali, alle guerre valutarie, richiamando in vita gli inquietanti fantasmi del Novecento».

«Abbiamo bisogno di una Europa che guardi alle nuove generazioni, che investa sulle loro conoscenze, sulla possibilità di mobilità anche all’interno dell’Europa già nei percorsi scolastici e non solo nei percorsi lavorativi». Così la leader Cisl Annamaria Furlan per la quale «come Confindustria e Cgil Cisl Uil abbiamo ritenuto di stendere questo appello-manifesto come europeisti». «Lo porteremo anche al dibattito pubblico che si sta aprendo e sviluppando». E come organizzazioni sindacali «ci impegniamo a coinvolgere quel mondo del lavoro, dei pensionati ma anche dei giovani che dobbiamo e vogliamo rappresentare perché l’Europa sia sentita davvero non più come una istituzione distante, ma sia in ogni uomo e in ogni donna del nostro continente». (ug)