Salute e sicurezza sul lavoro. Al via l’Assemblea Nazionale dei delegati e delle delegate Cisl. Sbarra: “Dobbiamo costruire una grande strategia nazionale che ponga fine a questa lunga scia di sangue”

Politica, istituzioni, sistema delle imprese e organizzazioni sindacali devono remare insieme nella stessa direzione, dobbiamo costruire una grande strategia nazionale che ponga fine a questa lunga scia di sangue. Chiediamo al governo e al sistema delle imprese di rafforzare e consolidare il dialogo e il confronto per varare misure e provvedimenti necessari a porre fine a questa vera e propria carneficina”. Così il segretario generale della Cisl, Luigi Sbarra, a margine dell’Assemblea Nazionale dei delegati e delle delegate Cisl sulla sicurezza sul lavoro in corso al PalaTiziano a Roma. “Oggi la vera tutela che dobbiamo conquistare per le persone negli ambienti lavorativi si chiama formazione, si chiama investimento sulle competenze, si chiama apprendimento, conoscenza: è questo oggi il vero tema“, ha spiegato Sbarra ricordando che il confronto col governo su salute e sicurezza sul lavoro “ha già cominciato a produrre primi risultati importanti, ma ancora insufficienti. Bene aver disposto un rafforzamento delle verifiche, delle ispezioni nei luoghi di lavoro – ha detto – va bene l’assunzione di 766 ispettori e tecnici della prevenzione. Abbiamo conquistato un risultato importante che è la parità di trattamento economico e normativo lungo la filiera e la catena degli appalti. Pensiamo sia necessario utilizzare tutte le risorse dell’avanzo Inail, pari a quasi a 3 miliardi, per sostenere la formazione obbligatoria, investire sulla qualità delle imprese, assumere tecnici e ricercatori e anche per migliorare e aumentare le rendite e i premi verso le famiglie colpite da incidenti drammatici negli ambienti lavorativi”. E sulla patente a punti: “Abbiamo voluto una patente a punti in direzione dell’investimento sulla qualità delle imprese. Va bene sperimentare inizialmente nell’edilizia e nei cantieri mobili, ma chiediamo al governo di prevedere interventi finalizzati ad allargarla a tutti i settori economici e produttivi. L’iniziativa di oggi è una tappa importante del percorso di mobilitazione chela Cisl sostiene ormai da più di un mese con centinaia e centinaia di assemblee nel luogo di lavoro, con iniziative nei territori a livello regionale. Il nostro obiettivo è costruire un orizzonte lungo di impegno, protagonismo, per sensibilizzare le persone e discutere con le imprese e coinvolgere il sistema delle autonomie locali sul tema della salute salute e sicurezza. Bisogna rafforzare le misure di prevenzione, formazione, a cominciare dalla scuola. Pensiamo che l’iniziativa di oggi sia un percorso del cammino che continuerà negli ambienti lavorativi”.
Quanto ai rapporti con Cgil e Uil: “Sul tema della salute e sicurezza nei luoghi dei lavoro gli obiettivi con Cgil e Uil sono comuni. Ci distingue la valutazione sui risultati che portiamo a casa. Il sindacato non può vendere sogni, ma deve fare i conti con la realtà e, nella difficile realtà, conquistare traguardi valorizzando e capitalizzando risultati nel rapporto con i lavoratori. Abbiamo obiettivi comuni – ha detto – ma ci sono sensibilità diverse. Il pluralismo sindacale è una grande ricchezza di questo Paese. Guai ad affidarsi solo alla logica del pensiero unico e guai a prestarsi ad operazioni che dividono le persone e che mettono i lavoratori gli uni contro gli altri. La Cisl lavora perla coesione e per l’unità nazionale”.
Ha poi commentato l’iniziativa referendaria della Cgil per abolire il Jobs act. “Rialzare la bandiera anacronistica dell’articolo 18 è sbagliato. Oggi la vera tutela da conquistare si chiama formazione, investimento sulle competenze”. Il Jobs act è stata “una grande riforma, non priva di lacune, ma anche con aspetti assolutamente positivi. Rispettiamo le iniziative delle altre sigle sindacali – ha proseguito – anche se sul merito ci sentiamo di affermare che non condividiamo”.
Secondo Sbarra il Jobs act “ha aiutato ad allargare, estendere gli ammortizzatori sociali; contrastato la pratica delle dimissioni in bianco; allungato il periodo della Naspi; investito sulle politiche attive del lavoro; eliminato i contratti a progetto; combattuto il falso lavoro autonomo, i tirocini. Fare di tutto l’erba un fascio è sbagliato”. Il numero uno della Cisl ha aggiunto che “dobbiamo costruire le condizioni per migliorare le norme sul lavoro, per esempio pensando a un nuovo statuto della persona nel mercato del lavoro”.

(in aggiornamento)

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