AUTONOMIA DIFFERENZIATA, CISL: COESIONE SOCIALE IRRINUNCIABILE

Per il sindacato, la solidarietà tra diverse aree del Paese è un valore irrinunciabile da porre a fondamento degli assetti istituzionali, per uno sviluppo equilibrato. Ganga: non vanno minimamente indeboliti il sistema dei diritti e l’unità nazionale. Cappuccio: c’è il rischio che anziché ridursi si amplii ancora il gap che separa nord e sud

«La Cisl ritiene che le intese per l’autonomia differenziata delle regioni, all’esame del Consiglio dei ministri di oggi nell’ambito del legittimo percorso previsto e regolato in Costituzione dall’articolo 116, non possono prescindere dalla coesione, dalla solidarietà e dall’unità nazionale, valori irrinunciabili da porre a fondamento degli assetti istituzionali per assicurare uno sviluppo equilibrato di tutte le aree del Paese e per garantire a tutti, cittadini e lavoratori, diritti fondamentali come l’istruzione, la sanità, il lavoro, garantiti e tutelati dalla Costituzione». A dirlo Ignazio Ganga, segretario confederale Cisl con delega alle riforme istituzionali. «In tal senso – rileva Ganga – le anticipazioni delle ultime settimane in merito ai contenuti delle intese, che nella giornata di ieri hanno visto un importante passaggio al Mef, destano alcune preoccupazioni». «La Cisl ritiene quanto mai necessaria una profonda riflessione sul tema dell’autonomia, che non dovrà minimamente indebolire la coesione sociale dello Stato unitario e il sistema dei diritti dei cittadini e dei lavoratori». «La Sicilia ha una speciale autonomia che fin qui, su una serie di fronti, è rimasta lettera morta. E peraltro ha anche funzionato male. E per una serie di ragioni persino molto male», afferma il neo-segretario della Cisl Sicilia, Sebastiano Cappuccio. Ma la speciale autonomia dell’Isola come di altre regioni e province frontaliere, osserva Cappuccio, «si è inserita storicamente in un quadro di solida unità e coesione nazionale. Proprio quella che manca nel progetto in discussione in questi giorni, di autonomia differenziata». «Siamo preoccupati – le parole del neo-segretario – perché, stando anche alle analisi di Svimez, questa particolare autonomia amplierebbe anziché ridurre il gap che separa il nord dal sud». Insomma, commenta Cappuccio, «temiamo che sotto lo scudo della richiesta autonomistica si celi il tentativo di qualcuno di garantirsi privilegi e diritti differenziati. Altro che autonomia. Ma il Paese cresce solo se unito. Solo se capace di sostenersi, cooperare. E marciare insieme». (ug)