REGIONI, L’AUTONOMIA NON PUÒ ESSERE UN BOOMERANG PER TUTTI

In Sicilia non ha funzionato. Ma il punto non è il diritto all’autogoverno delle comunità. Semmai, è che la differenziazione tra Regioni non può ipotecare il sistema dei diritti. Né innescare un rischio-disintegrazione per il tessuto unitario del Paese. L’appello della Cisl Sicilia al governo regionale e all’Ars nel giorno del dibattito sul tema a Palazzo dei Normanni

«L’autonomia è una gran bella cosa, se funziona. In Sicilia purtroppo non ha funzionato. Ma è una gran bella cosa se inserita, concretamente oltre che in termini formali, in un contesto di unità, solidarietà e coesione nazionale. Sennò rischia di essere un boomerang per tutti». A dirlo Sebastiano Cappuccio, segretario della Cisl Sicilia, con riferimento al dibattito che si aprirà nel pomeriggio all’Ars sull’autonomia, e sull’autonomia differenziata, chiesta da alcune regioni. «La sanità, per esempio», afferma Cappuccio. «O il mondo della scuola». Nell’uno e nell’altro caso, ambiti delicatissimi perché hanno a che fare con le concrete opportunità di diagnosi e di cura di tutti. E con le modalità dell’educazione, che dovrebbe essere invece il luogo dell’unificaziobne culturale del paese. Il punto per la Cisl, ricorda il segretario, non è il diritto costituzionale all’autogoverno delle comunità. Sempreché l’autogoverno funzioni. Semmai, è che «la differenziazione dell’autonomia non può essere un’ipoteca accesa sull’unità del Paese. Non può, come sembra invece, indebolire e sfilacciare il sistema dei diritti. Né innescare un rischio-disintegrazione per il tessuto unitario nazionale». Ecco perché, aggiunge Cappuccio, «facciamo appello al governo regionale a replicare, anche su questo fronte, il modello del confronto con le istituzioni e le forze sociali sperimentato ieri con riguardo alle ex Province. E invitiamo l’Ars a far sentire la propria voce, rivendicando il reale equilibrio di diritti e opportunità tra gli italiani di tutte le Regioni». (ug)